mercoledì 29 luglio 2009

FORMAZIONE GRUPPO RD

Sommersi dagli impegni di questa ultima intensa settimana, non siamo riusciti ad aggiornare molto il sito. Ce ne scusiamo e facciamo un rapido punto della situazione.

1) Ignazio Marino ha presentato la sua mozione. Come era da aspettarsi, vi è una sezione dedicata ad Università e Ricerca che potete trovare qui e che la maggior parte di voi avrà già letto. L'attenzione è su merito, valutazione e necessità di investire in ricerca. Insomma, quello che vogliamo.

2) In un incontro a Pisa con Pippo Civati, responsabile programma della mozione Marino, abbiamo saputo che il programma della mozione è di tipo wiki, ovvero permette l'integrazione in corsa. Adesso ci sarà l'inevitabile pausa estiva, ma a partire da fine agosto occorrerà organizzarsi per far arrivare a Marino, e magari non solo a lui, proposte innovative su Università e Ricerca.

3) Thomas Casadei, giovane ricercatore romagnolo (ma impegnato a Modena) sarà il candidato della mozione Marino alla Segreteria regionale dell'Emilia Romagna. Thomas ha aderito al nostro manifesto e gruppo. Siamo entusiasti di questa candidatura e facciamo a Thomas un grandissimo in bocca al lupo! Inoltre, invitiamo tutti in Emilia Romagna a firmare per la sua candidatura (coordinandosi con i locali comitati per Marino).

4) La Gelmini ha presentato alcuni provvedimenti sulla valutazione dell'Università. Per quanto si tratti di interventi finanziariamente esigui rispetto alla debacle finanziaria generale, e si segua più che altro una politica dell'annuncio, l'idea della valutazione degli Atenei è un'idea che ha fatto breccia nell'opinione pubblica. Per questo, occorre che il PD riprenda al più presto l'iniziativa in questo campo.

5) Stiamo organizzando la mailing list di tutti gli aderenti a Ricercatori Democratici. Nelle prossime ore tutti coloro che hanno sottoscritto il manifesto saranno contattati via mail per creare la rete ed il forum di discussione.

Ranieri


martedì 14 luglio 2009

Call for application

Cari R&D
E' il momento di far emergere le nostre proposte. Lo faremo utilizzando questo blog, discutendo le nostre idee e cercando di far emergere il punto di vista di chi, da R&D, vive la realta' italiana e internzionale del sistema Universita' e Ricerca. Vi invito quindi a postare nei commenti di questo post le vostre proposte in merito alla riforma che sia capace di portare "aria nuova nelle vecchie stanze". Vi chiedo di essere per quanto possibile concisi, e vedremo se necessario di allargare con altri post quelle tematiche dove si concentreranno le osservazioni.

sabato 4 luglio 2009

RICERCATORI DEMOCRATICI CON IGNAZIO MARINO

L’Italia, pur essendo una delle nazioni del G8, sconta un drammatico ritardo rispetto alle altre nazioni occidentali nello sviluppo della Società della Conoscenza.

In Italia l’avventura intellettuale si scontra continuamente con la drammatica povertà di risorse finanziarie, strutturali e di competenza investite. Troppo spesso fare ricerca significa trasformarsi in burocrati della cultura, soffocati da un contesto farraginoso e immutabile. Frequentemente le punte di eccellenza della ricerca italiana, peraltro assai apprezzate in campo internazionale, sbocciano solo a partire da iniziative personali che definire meritevoli appare riduttivo. Con preoccupazione osserviamo il lento declino della nostra produttività scientifica e l’incapacità di attrarre bravi ricercatori dalle altre nazioni; al contempo, esportiamo giovani ricercatori di grandi doti che si affermano poi nei principali poli di ricerca europei e mondiali.

Per troppo tempo la politica ha assistito, ed anzi attivamente incoraggiato, questa discesa verso l’irrilevanza. Concentrato sui proclami, ogni governo da trent’anni a questa parte ha generato una propria riforma dell’Università e spesso anche degli Enti di Ricerca. Dibattiti ignoti ai paesi sviluppati, ma non per questo meno inutili, si sono avvicendati su temi quali la paura della ricerca applicata per il libero sviluppo della conoscenza o che viceversa la ricerca pura sia soltanto una perdita di tempo per fannulloni stipendiati. La classe politica italiana ha pensato solo raramente che la società della conoscenza sia un valore di per sé. Nella miope ottica del breve termine elettorale, quello che conta è fare poco o nulla ma parlare di tutto, e difendere chi della stagnazione ha tutto da guadagnare.

In questo disperante contesto politico, la nascita del Partito Democratico ha rappresentato una speranza. Per la prima volta l’Italia ha tentato di allinearsi agli altri paesi occidentali dotandosi di una forza interprete del riformismo pragmatico e moderno, con la bussola puntata sull’eguaglianza delle opportunità per tutti i cittadini. La sfida verso una nuova società della conoscenza nel nostro paese è il banco di prova per eccellenza del nuovo partito. Il benessere e lo sviluppo non vengono da sé, ma sono intimamente correlate all’acquisizione di nuove conoscenze culturali e scientifiche. Tutta la storia della società occidentale sta lì a dimostrarlo.

Dopo un inizio incerto, il Partito Democratico è ora chiamato alla sfida congressuale, al rilancio della propria politica, al proporsi come l’alternativa riformista del domani. Si dice che le idee siano più importanti dei nomi, ma non vi è idea che non tragga forza da chi la impersona.

Per questo motivo, Ignazio Marino, un grande scienziato e un grande italiano, rappresenta la nostra speranza. La sua storia personale di ricercatore è il nostro miglior manifesto. La presenza di Giuseppe Civati, giovane e brillante ricercatore, a fianco di Ignazio Marino non rappresenta certo un caso. 

Con la candidatura di Ignazio Marino fondiamo ufficialmente il gruppo dei Ricercatori Democratici e chiediamo a tutti i nostri colleghi con eguale sensibilità e speranza di aderire a questo appello. 

Grazie a Ignazio Marino ed alla sua generosità abbiamo la speranza che la società della conoscenza, libera da vincoli anacronistici ma sempre responsabile nel difendere la dignità umana, si affermi anche in Italia e ci aiuti ad affrontare il futuro del nostro Paese con la fiducia e l’entusiasmo della razionalità.

Perché infine tutti siano liberi dal bisogno e felici di costruire la propria esistenza insieme agli altri.

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